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Amici lettori e amiche lettrici! Alla dichiarazione seguirà il commento insolito a un film che è considerato tra le migliori pellicole romantico-sentimentali americane degli ultimi decenni: “Harry, ti presento Sally”. Personalmente credo che il regista sia stato eccezionale nello smorzare con ironia la drammatica condizione di una società in cui le relazioni non esistono più, la sessualità è liquida, il salto di letto in letto rapidissimo e dove si è cittadini di un privé pubblico in cui tutti vanno con tutti. Stiamo parlando degli Usa nel 1989, un tempo in cui la distanza con l’allora Italia era molto più marcata. Parafrasando Leopardi:

“Dipinte in tal grame affettive
son dell’umana gente
le magnifiche sorti e progressive.”

E’ la notte di capodanno. Dopo un susseguirsi di eventi rocamboleschi, Harry si accorge di non poter fare a meno di Sally e corre da lei per ricucire e dichiararsi. Entrato nella sala cerca Sally con lo sguardo; lei si accorge di lui, è felice di vederlo, ma essendo divisa in sé stessa fa un po’ la ritrosetta. Harry le si avvicina:

Harry: Ci ho pensato tanto, e il risultato è che ti amo.
Sally: Cosa?!
H: Ti amo.
S: E cosa pensi che ti risponda adesso?
H: Per esempio “Anche io ti amo”.
S: Preferisco “Me ne vado”.

Lei si allontana, ma lui insiste e la trattiene:

H: Allora non significa niente per te?
S: Mi dispiace Harry, lo so che questa è la notte di capodanno, lo so che ti senti solo, ma tu non puoi arrivare qui, dirmi che mi ami e aspettarti che questo risolva tutto, le cose non funzionano in questo modo!
H: Beh, e come funzionano?
S: Non lo so! Ma non in questo modo!
H: Allora proviamo così: ti amo quando hai freddo e fuori sono 30 gradi, ti amo quando ci metti un’ora a ordinare un sandwich; amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo; mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf e sono felice che tu sia l’ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo, e non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita incominci il più presto possibile!

(lei commossa)
S: Ecco.. tanto sei il solito imbroglione! Dici cose del genere e mi spieghi come faccio a odiarti io?! E invece io ti odio! Ti odio sul serio… ti odio..

Lei non resisteva per vendetta, ma perché desiderava essere scelta davvero, non per solitudine. Si baciano intensamente. D’altronde, il bacio è la miglior fine di ogni conversazione.


Due persone si incontrano e si rincontrano in un arco temporale di circa 12 anni. Appena usciti dall’università, sono orientati ad obiettivi totalmente alieni dagli affetti e dal matrimonio. In un viaggio di 18h molto simile a quello che oggi si farebbe con BlaBlaCar, si raccontano schiettamente le loro idee sull’amore. Allontanatisi, si ritrovano più volte dopo anni, si raccontano le storie frattanto avute mantenendosi in sincera amicizia. Non essere ossessionati dalla sessualità fa nascere tra uomo e donna dialogo umano e intesa. Crescono la confidenza, la complicità e l’affetto.

Ma una sera Sally invita Harry a casa propria cercando una spalla su cui piangere a motivo del fatto che il suo ex ragazzo si sposava. Perché non ha sposato lei? E’ tutto dire. Finiscono a letto insieme, lui non riesce a trattarla come “un’occasionale” ed è molto imbarazzato. Si accorgono che tra loro niente è più come prima: quel che è fatto non si può ritirare, sono reciprocamente attratti, ma anche consapevoli che quell’atto li ha cambiati per sempre. Sbagliando in pieno, lei pretende una corrispondenza affettiva e lui sente che la cosa non può accadere per il modo in cui sono andate le cose. Basterebbe solo questa scena a farci soffrire dell’orgia cittadina in cui siamo piombati soprattutto a causa del femminismo, il cui obiettivo era – ed è – rendere la donna sessualmente compulsiva e socialmente pornografica. Missione compiuta.

La sceneggiatrice Nora Ephron afferma che nella commedia romantica vi sono due tradizioni: quella cristiana, dove i protagonisti vorrebbero amarsi, ma un ostacolo alla relazione lo impedisce, e quella ebraica, dove l’ostacolo di base sono perlopiù le nevrosi del protagonista maschile. Di origine ebraica, Nora ha confermato di essersi ispirata prevalentemente alla sua tradizione; tuttavia il ben più equo attore Billy ha affermato invece che “l’unico ostacolo sono loro stessi [Harry e Sally]”.

In effetti il film presenta i personaggi in modo caricaturale e accompagna lo spettatore nella loro maturazione. All’inizio Harry è descritto come uno scapigliato, sessualmente promiscuo e propenso a voltare rapidamente pagina (come tendenzialmente l’uomo immaturo è). In effetti la trama mostra le presunte nevrosi del protagonista maschile, che in realtà si rivelerà stabile ed acuto. Sally invece è dipinta come una collegiale vergognosa, una fidanzatina oscillante tra l’essere superficiale e pudica a convenienza (come la donna immatura usualmente è). Tutt’altro che innocente, uscita dall’università a ventun anni, ella è per sua stessa ammissione già esperta come una pornostar, si vanta di aver avuto fantastiche storie di letto, dimostrando di non essere dissimile dall’uomo che ella critica e di cui non si fida. Il fatto che ella sia gentile e delicatina, e che rispetto all’uomo, più onesto e più carnalmente diretto, ella sia piagnucolosa, più romanticoide, più lenta ad accendersi, non la rende meno misera. In fondo, è la regina sentimentaloide dell’attuale disperato regno del “la dò a chi ho voglia”, dell’uno dietro l’altro a nastro. Ma poi fate le vittime perché l’uomo vi usa. Dio abbia pietà di voi.

Harry e Sally hanno impiegato più di un decennio ad ritrovarsi, tra storie “importanti” ed altre vissute all’insegna del temporaneo. Il film sembra una commedia, ma è terribilmente angosciante e triste. Le loro vite sono infelici, senza senso, trascinate in una recita di frasi falsamente brillanti, di affermazioni cortesi, piene di una modernità senz’anima che ride del matrimonio e banalizza le ferite dei continui strappi affettivi.

La loro maturazione non avviene seguendo la verità dell’Amore, ma passando di lacerazione in lacerazione, tra storie e storielle e amanti occasionali, cosa non solo squallida, ma che non prepara affatto alla vita matrimoniale, perché all’origine del nostro futuro c’è quello che viviamo. Un bambino che cresce prendendo pugni in faccia diventa un depresso o un bandito. Harry e Sally hanno vissuto con un criterio contrario al senso del nuziale, che entrambi umanamente hanno, ma di cui entrambi sono nel contempo privi come adesione personale cosciente (un senso nuziale che il regista evoca continuamente).

E’ la società disperata, quella in cui si muore soli nelle case, quella sessualmente liquida della diffusa e drammatica infantilità di uomini e donne, marcia di femminismo, di squallide trombamiche/ci, devastata dalle separazioni, dall’ateo disprezzo del matrimonio. Una condizione in cui sembra si sia talmente destinati a separarsi che conviene subito pre-contrattualizzare la separazione e segnare a chi appartengono gli oggetti. Dio nel film è assente, eccetto un timido cristiano accenno alla domenica, giorno in cui lei non indossa le mutandine col giorno stampato (evidentemente quel giorno non consumava, forse temendo che il suo “dio” si vergognasse di vederla nuda).

Non posso dirlo con certezza: forse il regista ha inserito le brevissime interviste di coppie anziane reali non solo per riportare coi piedi per terra lo spettatore attraverso il contrasto tra sposi cinquantennali e la coppia di NewYork incapace di unità. Penso che il regista abbia anche desiderato trasmettere una speranza e annunciare che il matrimonio, e il matrimonio per sempre, esiste.

Eppure le donne ignoranti adorano questo film e il suo “lieto” fine. Perché se il senso è semplicemente “prima va bene tutto purché dopo funzioni”, la cosa è falsa, fraudolenta e miserabile. Visto e considerato che viviamo circa 70-80 anni “per i più robusti”, va detto che un matrimonio di cinquant’anni non può che essere posto all’origine della vita affettiva, non alla fine di una giornata di storie disperate.

Il lieto fine è falso perché persone che non si sono preparate al senso della totalità, raramente saranno in grado di offrirlo nella vita, mantenendo fedeltà e persistenza della relazione. E’ fraudolento perché il film vende l’idea che la sessualità liquida non abbia effetti collaterali. La sessualità vissuta fuori modo e fuori tempo, è psichicamente devastante, decurta nella persona la capacità di amare. Il lieto fine è anche miserabile perché equivale a dire che l’amore non vale nulla, che la sposa non vale nulla, che non c’è nessuno di veramente unico per cui val la pena lottare, custodirsi come un cristallo e camminare scalzi sui vetri pur di raggiungerlo. Al massimo lotto per i miei confort e la mia felicità, non per te. I due protagonisti sono i peggiori nemici dell’Amore e di loro stessi. In fondo il loro intreccio avviene a cartucce finite, quando la stanchezza della vita li mette con le spalle al muro: arrivano devastati l’uno all’altra. Se le donne dai facili kleenex portassero alle estreme conseguenze la percezione “dell’uomo della mia vita”, lo sposo destinate a incontrare, vivrebbero tanto più il senso dell’attesa verginale:Si dice vi siano vite unite fra loro nel tempo, legate da un’antica chiamata, che riecheggia nelle ere“.

I protagonisti chiudono il cerchio e tornano alla loro origine, cioè a loro due, dopo tonnellate di lenzuola e 13 anni bruciati. La loro storia è di fatto una sequela di squallide macerie. I protagonisti diventano alla fine quello stesso amore che già era, ma che la loro immaturità aveva impedito di scegliere sin dall’inizio.

Principe di Terra Riarsa

PS: Billy Cristal è sposato con Janice, dal 1970.


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